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Confini dello studio

 

 

Per ogni fase del ciclo di vita sono stati raccolti dati riguardanti le emissioni di gas a effetto serra, sia dovute all’utilizzo di materie prime quali energia elettrica, combustibili, agenti chimici, sia alla produzione delle materie prime stesse.

Si sottolinea che la selezione dei processi unitari risulta essere coerente con l’obiettivo e lo scopo del presente studio, in quanto i processi unitari sono distinti e comunque tutti sottoinsiemi delle fasi del ciclo di vita; inoltre i processi unitari selezionati e descritti sono possono essere rappresentativi anche in altri contesti geografici ed in periodi temporali differenti rispetto a quello scelto per lo studio.

In tale tipo di analisi sono stati omessi alcuni processi unitari il cui quadro emissivo risulta trascurabile, sulla base delle conoscenze pregresse o della bibliografia esistente, rispetto al totale delle emissioni del servizio idrico. Si considerano trascurabili i processi unitari il cui contributo è inferiore a due ordini di grandezza rispetto al valore totale delle emissioni.

Il criterio di cutoff fissato per il presente studio prevede l’esclusione delle emissioni che incidono per meno del 5% sul quadro emissivo globale, al netto delle emissioni da carbonio di origine biogenica.

Le decisioni riguardanti le fasi del ciclo di vita, i processi unitari, gli input e gli output vengono discusse nella sezione relativo alle assunzioni e limitazioni del presente studio.

In termini generali, l’analisi delle emissioni e dei confini del sistema analizzato ha rispettato i riferimenti  esplicati in Metodi di riferimento. La quantificazione dell’impronta di carbonio legata alla costruzione e smaltimento delle infrastrutture utilizzate nelle fasi del ciclo di vita è stata calcolata per la sola quota parte relativa alle reti acquedotto e fognatura. Si tratta, in generale, di opere con un tempo di turnover notevolmente elevato: ad esempio si stima che per le tubazioni, che rappresentano l’87÷89% del valore complessivo delle opere, sia prossimo a 100 anni. In altri studi (Baldo et al., 2008) sono quantificate intorno all’1% delle emissioni annue complessive.

L’impronta di carbonio relativa alle infrastrutture a rete incide, nel quadro emissivo al netto delle emissioni da carbonio di origine biogenica, del 29,8%. Gli impianti di potabilizzazione e di depurazione rappresentano l’11÷13% del valore complessivo delle opere; ipotizzando che abbiano la medesima impronta di carbonio di quelle a rete, tali infrastrutture inciderebbero, nel quadro emissivo al netto delle emissioni da carbonio di origine biogenica, del 3,3%. Per questa ragione si ritiene coerente la semplificazione adottata, che rientra largamente nel range di confidenza dello studio.

Si sottolinea, comunque, che nel corso dell’anno 2013 non stati realizzati impianti di entità infrastrutturale rilevante.

Anche le emissioni dovute all’utilizzo di energia elettrica e/o di combustibili per il riscaldamento dei locali ad uso ufficio non sono state inserite nel quadro emissivo, poiché tali emissioni non sono strettamente legate alla garanzia del Servizio Idrico Integrato. Ad ogni modo, da una valutazione preliminare si può affermare che anch’esse emissioni inciderebbero sul calcolo finale dell’impronta di carbonio per meno dell’1%.

 

 

Per il ciclo di vita del prodotto acqua, vedi Flusso concettuale di riferimento.

Ministero dell'Ambiente