Valutazione scenari alternativi di fine vita
La fase di fine vita del prodotto relativa al presente studio fa riferimento alla gestione delle acque reflue.
Una valutazione degli scenari alternativi di fine vita del prodotto può essere riferita ad un’analisi del flusso concettuale, al fine di individuare gli interventi attuabili nel contesto territoriale servito dal Gestore.
Come già espresso in precedenza, le emissioni da fosse settiche risultano essere molto rilevanti. Sulla base delle considerazioni svolte nel presente studio, l’eliminazione delle fosse settiche presenti sul territorio costituirebbe un’ingente riduzione delle emissioni di gas effetto serra. Si sottolinea, ad ogni modo, che la riduzione dell’emissione di gas effetto serra provocata dall’eliminazione delle fosse settiche, a favore dell’invio di tale parte di carico inquinante a depurazione, inciderebbe del 22,3% sul quadro emissivo finale.
Il collettamento e la depurazione dei reflui immessi direttamente in ambiente previo trattamento individuale a piè d’utenza (IAS e ID, vedasi anche Confini dello studio: Fine Vita) andrebbe a ridurre l’impatto emissivo non solo sul sistema ambientale aria, legata principalmente all’emissione di protossido di azoto, ma anche sul sistema ambientale acqua, legata all’immissione in ambiente di reflui non depurati. Si sottolinea, ad ogni modo, che la riduzione dell’emissione di gas effetto serra provocata dalla depurazione dei reflui relativi a IAS e ID inciderebbe dello 0,6% sul quadro emissivo finale.
In fase di depurazione delle acque reflue e di stabilizzazione aerobica dei fanghi di depurazione, l’utilizzo di tecnologie di aerazione più performanti può costituire uno scenario alternativo di fine vita; l’ottimizzazione dei sistemi di aerazione, infatti, consentirebbe di ridurre le emissioni di gas effetto serra legate ai consumi di energia elettrica. Si sottolinea, ad ogni modo, che la riduzione dell’emissione di gas effetto serra provocata dall’ottimizzazione dei sistemi di aerazione degli impianti di depurazione, valutata in un risparmio energetico del 10% sulla totalità degli impianti di trattamento gestiti, inciderebbe dell’1,1% sul quadro emissivo finale.
Per quanto riguarda il trattamento dei fanghi di depurazione, il passaggio da stabilizzazione aerobica a digestione anaerobica comporterebbe una riduzione dell’impatto emissivo complessivo; le emissioni dirette di gas effetto serra in ambiente generate in fase di stabilizzazione aerobica, infatti, sarebbe sostituita dalla produzione di biogas in fase di digestione anaerobica, con conseguente generazione di calore sfruttabile all’interno dello stesso processo, nonché di eventuale energia elettrica per cogenerazione; si sottolinea, ad ogni modo, che in fase di digestione anaerobica vi sarebbe una certa emissione di CO2, comunque proveniente da fonte biogenica, dovuta alla combustione del biogas.
Il trasporto dei fanghi di depurazione provenienti da piccoli impianti verso i grandi impianti di trattamento potrebbe essere parzialmente ridotto, se alcuni impianti di media entità sprovvisti di processi di trattamento dei fanghi di depurazione, da individuare sul territorio in modo strategico, fossero dotati di processi di trattamento atti a rendere i fanghi conferibili a smaltimento. Si sottolinea, ad ogni modo, che la riduzione dell’emissione di gas effetto serra provocata dalla riduzione del 25% del trasporto dei fanghi di depurazione provenienti da piccoli impianti inciderebbe dello 0,01% sul quadro emissivo finale.
La promozione dello smaltimento in agricoltura dei fanghi di depurazione può costituire un’ulteriore scenario alternativo di fine vita; tale pratica è risultata essere la strategia di conferimento finale del rifiuto meno impattante sui sistemi ambientali. Si sottolinea, ad ogni modo, che la riduzione dell’emissione di gas effetto serra provocata dal conferimento della totalità dei fanghi di depurazione in agricoltura inciderebbe dello 0,4% sul quadro emissivo finale.